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Un mondo senza stereotipi

nel 2030 vivo in un mondo senza stereotipi, senza più differenze tra uomini e donne nè discriminazioni.

Non ci sono più lavori da donna o da uomo.

In un palazzo alto fino alle nuvole vivono famiglie che si aiutano l’un l’altra.

Le donne lavorano e il pomeriggio vengono aiutate dai mariti (anche loro andati al lavoro al mattino) per fare i lavori di casa; i bimbi vanno a scuola e il pomeriggio, nella loro stanza rossa, giocano insieme con macchinine e bambole.

Tutti sono più felici senza differenze.

Cambiamo e aiutiamo le donne ad avere una vita alla pari con quella degli uomini!

Elaborato di Lucia,  studentessa della classe I F Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

I colori del coraggio

Un gruppo di gatti bianch randagi si aggirava per i quartieri di una città seminando paura e discordia. Si credevano i gatti più belli e più forti dell’intera città e, per queste ragioni, disprezzavano e aggredivano i gatti di colore diverso dal loro.

“Stupidi e orrendi gatti colorati!” Dissero i gatti bianchi “siamo più forti e più belli di voi, quidni ci dovete rispettare dandoci tutto il vostro cibo!” dissero i gatti bianchi ai gatti colorati.

“Ma noi siamo poveri, le nostre famiglie hanno fame e non riusciremo a sopravvivere” dissero allora i gatti colorati.

“Non ci interessa quell che dite! Se non rispettate le regole pagherete le conseguenze” esclamarono i gatti bianchi.

Un gatto colorato disse al gruppo “dobbiamo fare qualcosa, non ci nasconderemo come abbiamo fatto fino ad ora!”

“Che dobbiamo fare?”domandarono gli altri gatti colorati.

“Ci dobbiamo ribellare” riprese il gatto coraggioso.

“I gatti colorati si fecero tutti coraggio e si ribellarono unitamente, non usarono la forza ma l’astuzia. Prepararono delle scatole piene di vernice colorata e, quando i gatti bianchi le aprirono, pensando di trovare cibo, si imbrattarono di vernice.

I gatti bianchi diventarono multicolore e compresero presto che il colore non può essere motivo di esercitare potere sulgi altri.

Elaborato di  Janpietro,  allievo della classe I F Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

Un futuro sul rispetto delle donne

Tempo fa le donne non venivano rispettate, ma ora noi possiamo cambiare, possiamo aiutare le donne in casa con le faccende domestiche e con il resto.

Possiamo aiutare le donne usando parole come poliziotta, pilota, idraulica, pompiera ecc… trasformando al femminile le parole che fino ad oggi sono state usate solo al maschile.

Possiamo aiutare le donne imparando a capire che anche loro possono fare le cose che fanno i maschi normalmente.

E’ questo il cambiamento che dobbiamo fare.

Elaborato di Matilde, studentessa della classe I F Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

 

Un mondo senza stereotipi

Spero che nel futuro ci sarà più rispetto delle donne e che gli uomini aiuteranno le donne nei lavori di casa e che ci sia più bilanciamento.

Le donne devono poter fare lavori che fanno gli uomini  e praticare tutti gli sport come il calcio e il basket.

Non è giusto che le donne, anche lavorando di più guadagnino meno rispetto agli uomini.

Molte volte, anzi quasi sempre, i media considerano solo le attività sportive maschili e mai quelle femminili.

Spero tanto che in futuro qualcuno o qualcuna riesca a stabilire un bilanciamento tra i due sessi.

Se qualcuno ci riuscirà immagino che la differenza non ci sarà più e sicuramente vedrò donne che lavoreranno in posti importanti e uomini che indossano il rosa senza scandalo.

Elaborato di  Matilde, Namidhu e Michelangelo,  della classe I F Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

In un futuro migliore del mio passato

Mi ricordo che in seconda elementare c’era un bambino appena arrivato. Secondo gli altri era “diverso” da noi per il semplice fatto che era cinese.

Poverino non parlava la nostra lingua quindi ovviamente non la intendeva.

Tutti lo prendevano in giro: secondo loro era asociale soltanto perchè era senza amici e non poteva comunicare anche se lui avrebbe voluto.

Il primo giorno si sedette da solo all’ultimo banco senza nessun supporto o sorriso.

Allora anche se io avevo già legato con delle bambine e bambini mi alzai dalmio banco e mi misi vicina a lui.

Incominciai a parlare e a comunicare con i gesti e un pò in inglese, ma lui ne capiva molto poco.

Allora lui, non so come, ma mi fece capire che voleva imparare l’italiano e allora incominciai a fare gesti tipo il cuore con le mani e gli dissi che gli volevo bene. Anche lui mi disse “ti voglio bene”.

Così siamo riusciti ad abbattere gli stereotipi e le barriere che ci separavano.

Elaborato di Ginevra, studentessa della classe I F Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

Spot e interviste audio della I B Guinizelli Carracci per “Diverso da chi?”

Tra i risultati del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” realizzato da Associazione Youkali e Tavola delle donne con il sostegno di Regione Emilia Romagna prodotti audio realizzati dalle classi coinvolte nel corso del 2017

Ascolta le interviste e gli spot cliccando sui link

Interviste della Classe I B Guinizelli Carracci “Robe da maschi e robe da femmine”prima parte

Interviste della Classe I B Guinizelli Carracci “Robe da maschi e robe da femmine”seconda parte

 

Video “Salta gli stereotipi e indossa le storie dell’altro”

Per la campagna “Diverso da chi?“, la classe I E della Scuola secondaria di I grado Guinizelli Carracci di Bologna ha realizzato tre video spot per superare gli stereotipi nei confronti di donne, gay e lesbiche, immigrati.

Tre storie per imparare a superare i pregiudizi e ad indossare le storie dell’altro.

Buona visione

Diverso da chi? Salta gli stereotipi su gay e lesbiche

Diverso da chi? Salta gli stereotipi sulle le donne

Diverso da chi? Salta la discriminazione verso gli immigrati

Questi video sono stati realizzati all’interno del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” sostenuto dalla Regione Emilia Romagna annualità 2017.Regione Emilia Romagna

Diverso da chi? Ragazze e ragazzi

Campagna “Diverso da chi?”

“Ragazze e ragazzi è efficiente ma non è differente”

Sloogan elaborato di un allievo della classe I F della Scuola Secondari di I Grado Rolandino dè Passaggeri, Bologna, per il laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

Diverso da chi? I nostri sloogan

Diverso da chi?

Disabilità

“Scemo” “Non vali niente”

Basta discriminazioni: siamo tutti uguali nonostante le differenze”

(Luca P., Bianca, Anna Laura, Luca L. allievi della classe I F Scuola Rolandino)

Diverso da chi?

Nel mondo siamo tutti diversi, come in un pianoforte ci sono tasti bianchi e neri, ma se li suoniamo tutti insieme, formiamo una melodia bellissima.

(Erin,  allievo della I F Scuola Rolandino)

Diverso da chi?

viva l’uguaglianza

L’amicizia non ha un colore

(Gruppo allievi I F Scuola Rolandino)

Diverso da chi?

ricchi e poveri sono di specie diverse?

No!

Tutti dobbiamo avere le stesse possibilità

(Pietro, Lucia, Antonio allievi della I F Scuola Rolandino)

 

La malattia non rende diversi

Gli allievi della II C della Scuola Gandino hanno riflettuto anche sul tema della malattia.

Quando il malato viente trattato come diverso, lasciato solo, emarginato.

 

Elaborato di allievi della classe II C della Scuola Secondaria di I grado Gandino, Bologna per la campagna “Diverso da chi?” nell’ambito del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” a cura di Ass. Youkali e Tavola delle donne, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna, annualità 2017