Articoli

Chiedere aiuto

Qualche anno fa, quando ero ancora alle elementari, mi è successo di vedere un atto di discriminazione: era una giornata di primavera quando durante una ricreazione un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato a questo bambino di colore. Hanno iniziato a spingerlo e ad insultarlo, dicendogli che lui non era all’altezza di stare in quella scuola, visto che era di colore, e che se ne doveva tornare al suo paese. Lui iniziò ad essere sempre più triste tenendosi tutto dentro senza dire a nessuno cosa stesse succedendo; perciò, il gruppetto di ragazzi, iniziò ad approfittarsi di lui, tanto non avrebbe detto nulla né agli insegnanti né ai suoi genitori. Un pomeriggio un altro bambino si avvicinò al bambino di colore e vedendolo così triste gli chiese cosa avesse. Lui non gli rispose subito ma dopo qualche secondo gli parlò dicendogli cosa stesse succedendo; sentite queste parole il bambino lo incitò ad andare a parlare con un adulto, così lui lo fece. Detto a dei maggiorenni decisero di denunciare i ragazzi che chiesero scusa al bambino.

A cura di Francesca Baldi, allieva della classe III C della Scuola Secondaria di Primo Grado “Moruzzi” di Ceretolo, per il progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere: NarrAzione di Genere 2018”, finanziato dalla Regione Emilia Romagna

Pregiudizi e Stereotipi

Ai giorni nostri, purtroppo, ci sono troppi stereotipi e pregiudizi che possono essere di tre tipi: quello razziale, basato sulle diversità tra le persone bianche e quelle di colore, ma non solo, perché negli Stati Uniti i privilegi e i diritti legali o sociali vennero dati ai bianchi Americani e invece negati ai nativi Americani (popoli nati in America prima della colonizzazione: i Pelle Rossa). Un’altra forma di pregiudizio razziale è l’antisemitismo, cioè una persecuzione verso l’Ebraismo svolta da una o più persone, causata da un preconcetto storico-religioso.
Il secondo tipo di pregiudizio è l’androcentrico, basato sulla superiorità dell’uomo rispetto alla donna visto che essa, in passato, era soggetta a non avere un lavoro o diritto al voto; mentre l’ultimo è quello etnocentrico, basato sul giudicare altre culture secondo la propria cultura di appartenenza.
Secondo me tra 20 anni queste fissazioni di alcune persone svaniranno e vedremo tutti aiutarsi a vicenda, ma questo avverrà soltanto quando i razzisti smetteranno di esserlo e capiranno che siamo tutti uguali e che non è il colore della pelle a renderci diversi. A volte, però, questo avviene a causa di un’idea sbagliata dei genitori che insegnano ai figli, come per esempio “se non dormi chiamo l’uomo nero”, di conseguenza i bambini cresceranno con la paura di stare vicini o avvicinarsi ad una persona di colore.

A cura di un allievo della classe III C della Scuola Secondaria di Primo Grado “Moruzzi” di Ceretolo, per il progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere: NarrAzione di Genere 2018”, finanziato dalla Regione Emilia Romagna

NarrAzione di genere- Formazione 2018

Parte a maggio 2018 la terza edizione del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere: NarrAzione di genere” grazie al sostegno della Regione Emilia Romagna Assessorato pari Opportunità.

Il progetto vede Youkali capofila accanto a numerosi partner: Tavola delle donne , AICS Bologna, Cospe, Udi Bologna, Associazione Come l’Aria connessa a Radio Città Fujiko, e con la collaborazione di Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese e Quartiere Porto- Saragozza.

Il progetto prevede una parte di formazione dedicata a docenti in ruolo o ad aspiranti educatori ed esperti nella comunicazione sociale che partirà l’11 maggio 2018.

Le lezioni di formazione avranno luogo in due sedi differenti: la sala Polivalente del Quartiere Porto- Saragozza in via Berti 2/9 e la sede di AICS Bologna in via San Donato 146 2/c.

Il programma di formazione pevede una prima fase di lavoro tra maggio e giugno e una ripresa a settembre che proseguirà fino a dicembre comprendendo anche una sorta di tirocinio formativo all’interno di scuole del territorio dell’Appennino Bolognese con la realizzazione di laboratori sulla comunicazione di genere.

L’azione portante del progetto infatti, è la formazione di bambini e ragazzi delle scuole per realizzare la quale la formazione degli adulti è un tassello imprescindibile.

Youkali coordinerà la realizzazione di alcuni laboratori scolastici nell’Appennino bolognese sia all’interno di Scuole dell’Infanzia che Primarie e Secondarie di I grado.

I laboratori scolastici di NarrAzione di genere mirano a far lavorare i bambini e i ragazzi più grandi sulla narrazione intesa sia come narrazione tradizionale, orale, sia come teatro che come narrazione con strumenti della comunicazione massmediatica (video, audio e web), per ragionare insieme sugli stereotipi in particolare di genere che sono già nelle loro menti fin dalla prima infanzia e per comprendere i meccanismi del conflitto onde evitarne l’escalation nelle forme più gravi che conosciamo di bullismo, di violenza psicologica e fisica bsata su pre- giudizi e mancanza di rispetto.

Per partecipare alla formazione destinata agli adulti è sufficiente mandare una mail a mediaalloscoperto@youkali.it con curriculum e motivazioni d’interesse. La formazione è gratuita con tessera Youkali (necessaria per la copertura assicurativa per tutto il periodo di corso).

Per conoscere il calendario della formazione adulti e i dettagli del progetto clicca sul link: NarrAzione di genere

Abbiamo tutti lo stesso valore

A chi interssa il colore? Abbiamo tutti lo stesso valore!!!!!

 

Elaborato della classe I A Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

Le stesse possiblità

Smontiamogli stereotipi 2

Smontiamo gli stereotipi per dare a maschi e femmine le stesse possibilità

Diverso da chi??

 

Elaborato della classe I A della Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

La violenza domestica in uno spot

La classe III F della Scuola Rolandino dè Passaggeri ha partecipato al laboratorio “Lo sguardo dell’altro l’incontro con l’altro” tenuto da Associazione Youkali e Tavola delle donne nell’ambito del bando “Educalè” del Comune di Bologna  co- finanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e all’interno del progetto “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

Ascolta lo spot audio “Violenza Domestica” realizzato dai ragazzi e dalle ragazze della classe

La violenza di genere è un crimine contro i diritti umani: non restare in silenzio denuncia!

Diritto al rispetto

Diverso da chi??

Essere diversi non è un difetto abbiamo tutti diritto allo stesso rispetto!

Dall’articolo 3 della Costituzione all’elaborazione grafica

 

Elaborato della classe I A della Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

Analizziamo gli spot sessisti

analisi di spot pubblicitari

 

Abbiamo notato che negli spot pubblicitari di diversi decenni (dagli anni ’50 ad oggi, senza sostanziali cambiamenti), solitamente la donna è rappresentata mentre pulisce, lava, stira, mentre generalmente l’uomo guarda la TV e non si interessa della casa.

La donna è rappresentata spesso in modo volgare, svestita, nuda o con abiti succinti per fare da “esca” nei confronti del prodotto soprattutto per prodotti destinati al pubblico maschile.

Quando l’uomo è rappresentato senza maglietta esibisce un fisico muscoloso, prestate. L’accento viene messo sempre sui corpi, sui muscoli anzichè su altre qualità di uomini e donne.

Molte pubblicità si basano su stereotipi per catturare l’attenzione e appoggiano atteggiamenti razzisti nei confronti dell’altro, del diverso.

La pubblicità presenta la famiglia “ideale” composta da mamma, papà e figli, tutti sorridenti e felici. L’ordine è mantenuto dalla mamma che si occupa della casa e i padri vengono dipinti come bravi lavoratori che portano i soldi a casa.

La donna ancor oggi, nelle pubblicità è una figura sottomessa, schiava, che deve soddifsare i desideri dell’uomo. E’ ancora un corpo sfruttato per il piacere maschile.

Riflessioni degli allievi della classe III F Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

Per la famiglia rock

Per la famiglia rock

Abbiamo giocato a rifare uno spot pubbicitario senza stereotipi.

Sarebbe importante che nelle famiglie le pulizie si facessero insieme, senza caricare tutto sulle spalle delle donne!

Elaborato di un gruppo di studenti della classe  II D della Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.

Tutto è bello se condiviso!

Abbiamo destrutturato un noto spot pubblicitario di un bagnoschiuma che era ambientato in Sicilia e presentava quella regione in modo stereotipato, con i pecorai con la coppola in testa, tutti uomini, pronti a guardare con avidità una donna giovane poco vestita. Abbiamo provato a rovesciare gli stereotipi sulla Sicilia, su quegli uomini dipinti come mossi soltanto da istinti primordiali,  per immaginare un mondo in cui uomini e donne si distribuiscono il lavoro dentro e fuori casa, in cui si riconosce anche alla donna il diritto al riposo dopo le fatiche della giornata e in cui si possono condividere momenti di felicità.

 

Elaborato di un gruppo di  studenti  della classe II D della Scuola Rolandino De’ Passaggeri, Bologna, laboratorio “Lo sguardo dell’altro, l’incontro con l’altro” nell’ambito del Progetto Educalè cofinanziato con i fondi della Legge Regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” e nell’ambito di “Portiamo a scuola la comunicazione di genere” cofinanziato da Regione Emilia Romagna, annualità 2017.