La prima donna di colore presidente degli Stati Uniti d’America

Era da molto tempo che l’umanità cercava una svolta nella parità di genere e salariale, e finalmente l’ha trovata nelle ultime elezioni presidenziali americane: la prova è stata la prima presidente americana Kate Tiffrey, che è stata eletta il tredici novembre 2060. La sua campagna elettorale ha colpito molto i cittadini americani poiché proponeva l’abolizione delle discriminazioni contro le donne sia nell’ambito casalingo sia in quello lavorativo.

Già in passato c’era stato un presidente americano di colore e, una vicepresidente donna, ma il “muro di cristallo”, l’insieme di barriere sociali invisibile, al raggiungimento della parità e dei diritti delle donne nell’ambito lavorativo non era mai stato rotto.

di Varignana Diego, allievo della Classe 1D Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

Una grandiosa presidente che combatte per la libertà di tutti e contro tutte le discriminazioni

Oggi, 7 maggio 3045, a No Stereotipi, è stata eletta la prima presidente donna di colore, Naomi Scott.
Dopo la sua elezione le abbiamo domandato che cosa ne pensa dell’epoca che stiamo vivendo, ovvero un mondo senza stereotipi.
La sua risposta è stata la seguente: “Sono felicissima di vivere finalmente in un mondo perfetto, senza più stereotipi. Oggi non esistono più conflitti dovuti a culture e religioni diverse ma le persone si rispettano tra loro; non esistono più barriere architettoniche e mentali nei confronti dei disabili, che adesso sono liberi di raggiungere qualsiasi traguardo; non c’è più differenza tra uomini e donne, tra bianchi e neri, ma tutti hanno le stesse possibilità e nessuno viene discriminato; individui dello stesso sesso possono liberamente sposarsi senza pregiudizi. Tutto ciò grazie alla collaborazione tra famiglie, scuole e società che hanno trasmesso ai giovani un’educazione che ha permesso loro di sviluppare una mentalità aperta e libera da qualsiasi stereotipo. Sono fiera di essere diventata presidentessa di un Paese in cui non esistono più discriminazioni.”

 

di un’allieva della Classe 1D Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

La prima presidentessa donna a livello mondiale

Siamo nel 2050 negli Stati Uniti d’America dove è stata eletta la prima presidentessa donna: Alphina Antitutto. La signora Alphina Antitutto ha vinto con l’89{a076c13c11640a70a4df2bd1f5e4fbba0c2792b35c89b610a41bf5e92731b9d4} dei voti.

Questa è la giornata dove finalmente è stata eletta una presidentessa donna e da questo momento la popolazione “sta gridando” un grido di libertà dagli stereotipi perché in questo giorno è stato distrutto il “pannello di vetro” che divideva uomini e donne.

La signora Alphina Antitutto ha deciso di  creare A.C.S. cioè l’Associazione Contro Stereotipi.

 

di un allievo della Classe 1D Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

Anno 3007: anno no stereotipi. Penelope Rispettini diventò la prima presidente femmina

Il giorno 24 settembre 3007, tutti i cittadini andarono nel Parlamento perché è stato eletto il nuovo presidente, ossia Penelope Rispettini,la prima donna che diventò presidente.
É stato un grande evento, tutti i presenti erano emozionati e c’ è stato un grande casino.
Penelope Rispettini disse come discorso “ Io da bambina odiavo chi era stereotipo, razzista e chi non rispettava gli altri.
A 17 anni sono arrivata qui, in Italia.
Dei ragazzi 17enni mi maltrattavano e mi dicevano “ Tu vieni dall’America,giusto? Beh, pensavamo che lì erano tutti grassi, bassi e pigri che stavano tutto il tempo a guardare la TV.”
Poi apparse un’ altro ragazzo 17enne robusto che spaventò i ragazzi e disse di non ascoltare loro, perchè sono stereotipi e danno pregiudizi a tutto.
Quindi non credete in quello che dicono gli stereotipi, perchè sono persone che si pensano migliori degli altri.”
Il vicepresidente era proprio il ragazzo robusto, solo cresciuto, che si chiamava Davide Mondini.

di Raschi Azzurra, allieva della Classe 1D Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

 

La città Stereotipi Cancellati

Nella nostra città, Stereotipi Cancellati, abita Federica Uguaglianza, una ragazza di 20 anni, che dirige un’importante associazione contro gli stereotipi di nome “Believe in Yourself“. Dentro il gruppo ci sono quasi tutti gli abitanti, perchè è una causa per cui battersi e nel corso del tempo si aggiunge sempre più gente.

200 persone a partire da agosto nell’associazione

3005

3010 3015 3020

settembre

ottobre novembre dicembre

+ 100

+ 400 + 800

+ 1000

300 persone 700 persone 1500 persone

2500 persone

23/12/3007: L’Associazione si mise a disegnare dei murales sulla pace per tutta la città in modo da far arrivare anche ai giovani il loro messaggio, per fargli capire che la pace è la cura del male.

11/02/3008: Il gruppo portò nella piazza della città una scultura, fatta da loro, che rappresentava delle mani che sostenevano un cuore, perchè volevano rappresentare che l’amore può aiutare chi è solo e discriminato.

 

Oggi, martedì 24/05/3008, alle 16:30, consegnerà la nostra Sindaca, Vanessa Regola, il premio Nobel per la pace al gruppo “Believe in Yourself“, nella città di Cuoredoro, la capitale del nostro stato Amoreci (da amore reciproco). Sarà presente tutta la città e anche i più grandi presidenti e presidentesse del mondo.

 

di Raimondi Giorgia, allieva della Classe 1D Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

Una Nuova Legge Dello Spazio

ARTICOLO MONDIALE: Il 30 Dicembre del 5621, la presidente Alessandra Uguali ha annunciato in diretta mondiale la nuova legge di nome “No Stereotipi”. Come si può dedurre dal titolo, essa consiste nell’eliminare tutti gli stereotipi di tutto lo spazio, per esempio:

nel pianeta Terra, i bambini che giocano con le bambole vengono definiti “Femminucce”. Al contrario, le bambine che giocano con le macchinine vengono definite “Maschiacce”. Oppure, il colore per indicare i maschi è il blu, invece per indicare le femmine il rosa. Ciò va ASSOLUTAMENTE evitato.

Questa legge è già usata da NON SOLO il pianeta Terra, ma anche da vari pianeti, come: Sonove, Tappera, Quadurno, Mostrarte. Il che, potrebbe migliorare anche la comunicazione delle popolazioni, e in questo modo, nessuno giudicherà qualcuno per: con cosa gioca, come parla, come si atteggia ecc…

Ormai, il periodo degli stereotipi verrà cancellato, e non solo noi la pensiamo in questo modo, perché infatti anche qualche galassia sta collaborando per diffondere questa legge (Casualassia,Piattilassia). Però, non tutto potrebbe finire bene, infatti la presidente Alessandra Uguali ha dichiarato che questa impresa, non sarà facile come bere un bicchier d’acqua, perché c’è qualche pianeta che potrebbe non condividere quest’idea e continuare a vivere con gli stereotipi, ma se saremo determinati, con grinta e volontà, potremmo convincere anche i pianeti che non condividono la nostra idea, vedendo quanto effettivamente potrebbe essere importante, per quanto ci stiamo impegnando. Dopo questo discorso, la diretta mondiale finì, e ormai tutto il mondo ha compreso quanto è importante eliminare gli stereotipi, e non c’è nemmeno una persona che non condivide quest’idea.

di Passante Mattia, allievo della Classe 1D Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

 

Una grande amicizia

Incidente del 14/03/2005. Sulla via Porrettana tra Marzabotto e Lama di Reno è stata investita una ragazza di nome Alice. La ragazzina stava andando a scuola in bicicletta quando un auto, perdendo il controllo per cause ancora sconosciute, si andò a schiantare contro Alice. A causa dell’incidente la ragazza perse l’uso di una gamba e restò in ospedale per circa 100 giorni. Alice uscì dall’ospedale in seggiola a rotelle, ma per fortuna accanto a lei rimase sempre l’amica Giulia. Il rientro a scuola invece fu molto difficoltoso poiché i compagni, non sapendo come comportarsi la esclusero e in alcune occasioni fu anche derisa.
Durante una competizione sportiva della scuola però le cose cambiarono. In quel occasione Alice partecipò alla gara di corsa e riuscì a classificarsi prima nella sua categoria. Da quel momento Alice con la sua sedia a rotelle furono accettate e non più escluse. La vittoria di Alice fece capire a tutti che le differenze sono muri che noi stessi creiamo, spesso per paura o perché ci sentiamo inadatti, ma in realtà siamo tutti uguali se siamo amici e ci vogliamo bene. Oggi (08/12/2020) Alice ha vent’anni e da un anno porta avanti un’associazione in cui vengono raccolti fondi per aiutare ragazzi ad acquistare seggiole a rotelle. In questa associazione sono presenti molti ragazzi che inizialmente escludevano Alice.

di Desiree Neri, allieva della Classe 1D Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

 

COME NEL MONDO SONO STATI ELIMINATI GLI STEREOTIPI E LE DISCRIMINAZIONI

Nel 2020, nel Mondo esistevano stereotipi; ora sono stati eliminati del tutto: grazie a chi o a cosa è dovuto ciò?

È tutto merito di due sorelle, Martina ed Emma.

Quando erano piccole si facevano raccontare dal Nonno la sua infanzia, vissuta in un mondo pieno di discriminazioni.
Le ragazze crebbero e si impegnarono sempre nella lotta contro ogni tipo di discriminazione. Compiuti i 30 anni, ricevettero dal Sindaco della loro città la proposta di fondare una città dove sarebbero state accettate persone di nazionalità diversa, persone con handicap fisici…

Nel giro di non molto tempo, il Mondo venne riempito di luoghi come “NODIFFERENCE”, che fu la prima città ad essere fondata. A Nodifference, ad esempio, per le persone disabili, le piazze e gli appartamenti non avevano scalini ma rampe piane.


Ora l’intero Mondo ricorda le due sorelle, come coloro che hanno reso il Pianeta un posto migliore.

di un’allieva della Classe 1D Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

SIAMO TUTTI UGUALI

Siamo nel 2025 e oggi è il 25 novembre la giornata internazionale per la violenza contro le donne, uno degli stereotipi in aumento. Sono stati rivenuti 300 omicidi riguardanti le donne in tutto il mondo, 20 nell’Italia. Fortunatamente in America e Europa stanno creando un consiglio politico, e una azienda chiamata D.O.E.A. che consisterà nel Dare Opportunità E Aiutare, sperando che si espanda in tutto il mondo.

di Gruppioni Matteo, allievo della Classe 1D Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.

Il diamante della luce perduto

Oggi come tutti i sabati appena finti i compiti con Monky: la mia maestra digitale, andai al parco. Il parco di Cityhouse era una foresta con alberi fatti di circuiti e una
montagnetta di metallo con un passaggio segreto, lì si sentiva un forte rumore metallico. Cityhouse, la città dove vivevamo, era una città che era diventata molto povera e le persone non stavano più bene; ogni giorno era sempre più scura come anche io e Monky che diventavamo sempre più tristi e cupi. Tutti si stavano abituando a questo, ma noi non ci volevamo abituare. Questa cosa non ci piaceva perché noi eravamo sempre allegri ma così ci stavamo trasformando. Tutto si poteva risolvere grazie a un diamante magico che si trovava proprio nel parco e la città sarebbe potuta tornare alla normalità e anche noi. Io andavo lì tutte le settimane con Monky e giocavamo a pallone robotico. Monky era una maestra molto coraggiosa ed avventuriera, come anche io; coraggioso come un astronauta alla ricerca di nuovi mondi. Insieme noi due facevamo grandissime avventure. Monky era alta, magra con i capelli rossi raccolti con una treccia e gli occhi rossi. A Monky piaceva tantissimo arrampicarsi sugli alberi, indossava sempre una tuta e portava con se gli attrezzi per arrampicarsi. Anche io mi arrampicavo con lei, io invece ero un po’ più piccolo ma ugualmente forte e agile con i capelli azzurri e gli occhi azzurri. In passaggio segreto del parco Cityhouse era fatto di trappole e trabocchetti: con raggi laser da oltrepassare questi erano invisibili ma grazie a un profuma magico potevano essere visti. Erano molti difficili da oltrepassare anche se io e Monky eravamo molti agili.
Dopo i raggi laser, c’era un pulsante, io credevo servisse per accendere le luci visto che era tutto buoi ma con quello invece si attivava un’altra trappola un buco nel pavimento che ci fece cadere in un labirinto. Il labirinto era misterioso con suoni che rimbombavano in lontananza e luci tetre; tutto odorava di grasso e olio bruciato di motori. Il labirinto doveva essere superato saldando sopra a dei pilastri che conducevano a due strade: una a sinistra che portava al diamante e una a destra che portava in superficie dove il diamante dove doveva andare a posizionarsi per far tornare tutto alla normalità. Io e Monky prendemmo la strada di sinistra e arrivammo al diamante. Per prenderlo dovevamo superare l’ultima prova di coraggio: c’erano diverse liane alcune giuste alcune sbagliate se si prendeva quella sbagliata si cadeva per sempre nel fango eterno se invece si prendeva quella giusta si arrivava al diamante. Io andai per primo ma la prima liana di destra era sbagliata per fortuna cadendo tirai fuori gli attrezzi per arrampicarsi e grazie al rampino lanciato verso Monky riusci a salvarmi e prendere la seconda liana quella giusta. Nella mia testa pensavo “Grazie Monky e i suoi attrezzi”. Facendo uno zig, zag, destra, sinistra, destra, sinistra arrivammo al diamante e solo toccandolo tornammo ad essere normali. Io lo misi nello zaino e dovevamo tornare indietro per andarlo a posizionare fuori a Cityhouse. Preso il dimante vedemmo che il labirinto ci crollava addosso. Non ci restava che correre prendendo la strada giusta per ritornare in superficie; così il mondo triste, grigio, intriso di olio puzzolente terminava. Quando uscimmo con diamante, era necessario però appoggiarlo delicatamente se no si sarebbe rotto.
Appoggiandolo a terra pian piano con un cuscino morbido per poi posizionandolo nel modo giusto su un alto pilastro adornato con iscrizioni incise in un antica lingua che nessuno conosceva. Così la sua luce fece tornare: il sole, la felicità e il cielo azzurro: su tutta Cityhouse, su tutte le persone e anche io e Monky tornammo felici e contenti come sempre. La città si riempì di colori nuovi, la luce del sole riflessa sul diamante sprigionava ed esaltava tutti i colori della città. Tutti i cittadini si erano affacciati ai balconi per ammirare l’arcobaleno nel cielo.

di Gerbino Christian, allievo della Classe 1D Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.