Il mio mondo senza stereotipi. La tecnologia serve

Sento la sveglia suonare, alle 8:00 della mattina, vado a fare colazione quando il mio cane mi salta addosso. Mi libero dalle grinfie del mio cane, scendo le scale e arrivo in cucina.
Mia madre è con mio padre a parlare di tecnologia, io chiedo :”Che cos’è la tecnologia”?
Mia madre prima guarda me e poi mio padre. E inizia a spiegarmi che quando non ero ancora nato c’era un virus, che lasciò a casa per mesi tutte le persone e mi dissero che in quel periodo la tecnologia si sviluppò molto e che c’erano pochi posti di lavoro. Non si poteva uscire, ma ben presto il lavoro si sviluppò, attraverso la rete. C’erano meno auto e più tempo libero con maggiore produttività. Ma la socialità passava tutta attraverso la rete e si stava perdendo il contatto umano. Gli Stati si riunirono e si decise di uscire dalle metropoli per tornare alla vita contadina per auto produzione e l’utilizzo della tecnologia era riservata al governo, solo per la medicina e la sicurezza.
Il cane mi tira i pantaloni ed io esco a giocare con lui in giardino.
Dopo un po’ di tempo in cui gioco con il mio cane, vedo qualcosa che sbuca tra le foglie, vado a vedere e scopro che quel qualcosa è un coniglio.
Poi il coniglio vuole che lo segua e mi porta in un grande fiume con dei pesci, li vicino c’è un pescatore che mi chiede se voglio pescare con lui; io accetto e dopo un po’ pesco un pesce, mentre lui era già in doppia cifra. Si fa sera e io non trovo il sentiero per andare a casa, allora chiedo al pescatore se sa dov’è.
Lui tira fuori una cosa strana, ma quella cosa mi porta a casa. Ho imparato dopo che era un GPS, ma mi sono reso conto che la tecnologia è anche buona! L’importante però è non perdere mai i valori umani.

di Mattia, allievo della Classe 1C Scuola Secondaria di Primo Grado “Galileo Galilei” – Sasso Marconi, Laboratorio “Abbasso il conflitto! Diverso da chi?”, nell’ambito del progetto “Donne fuori dall’angolo”, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna Bando Pari Opportunità 2020.